Notiziario Parrocchiale – LA STORIA CONTINUA
In questo periodo in tanti mi hanno chiesto il perché di questi cambiamenti, se mi dispiace il dover andarmene e via dicendo.
Faccio fatica a trovare le risposte e le parole giuste. È vero, sappiamo che è così, che prima o poi succede, ma quando succede… siamo sempre impreparati.
Da quando mi è stato comunicato il trasferimento ad oggi non è che ci abbia pensato poi molto. Il pensiero che settembre fosse ancora lontano mi permetteva di tenere lontana anche l’idea del cambiamento. Ormai, però, settembre è arrivato ed è necessario pensare a tutto quello che il cambio di parrocchia comporta: dalle cose pratiche come il trasloco, a quelle più profonde come le relazioni.
Dodici anni sono passati dal mio ingresso a Cenate S. Leone (era il 18 ottobre 2009). Arrivavo qui per vivere la prima esperienza come parroco. Il primo periodo sicuramente non è stato facile, abbiamo vissuto alcune incomprensioni dovute a scelte e decisioni già in atto che ho dovuto semplicemente portare a termine, ma che hanno creato fraintendimenti e malumori.
Con il passare del tempo, conoscendo situazioni e persone, conoscendoci tra di noi, le cose sono decisamente migliorate. Non tutto è andato benissimo e lo sappiamo. C’è ancora molto da fare e da sistemare. Io ho cercato di fare qualcosa di quello che mi era stato chiesto quando mi hanno affidato questa parrocchia. Ripeto: qualcosa è stato possibile fare, ma non tutto.
Qualcuno mi suggeriva di fare un elenco delle cose che insieme abbiamo realizzato in questi anni: dai lavori fatti alle attività organizzate ecc. È una cosa che non fa parte di me e del mio carattere: sono più portato a guardare avanti che a ricordare il passato. Lascio perciò a voi questo compito, nella consapevolezza che quello che è stato fatto è grazie alla vostra volontà, al vostro sostegno, alla vostra collaborazione, soprattutto alla vostra generosità che non è mai venuta meno. Perciò non l’ho fatto io, ma l’abbiamo fatto insieme!
Certo nell’ultimo anno e mezzo (quasi due) non è stato possibile fare un granché per via della situazione legata al virus e a quello che a sua presenza ha comportato. Appena è stato possibile, però, siamo ripartiti a piccoli passi, con tutte le attenzioni del caso, sapendo l’importanza di un luogo di fede come la chiesa e le varie celebrazioni che richiedono e prendono vita con la nostra presenza; una catechesi “a singhiozzo” che ha permesso di sottolineare l’importanza dell’essere insieme, chiesa appunto, anche nei momenti più impegnativi; un luogo di aggregazione e gioco come l’oratorio che rimane sempre uno spazio tutto sommato sicuro. Il virus ha rallentato, a volte fermato, tutto. Ripartire non è mai facile. È quello che siamo/siete chiamati a fare adesso. Ridare vita a luoghi e spazi che questa situazione a svuotato, riportando le vostre presenze, le vostre idee, per ridare voce alle celebrazioni, alle aule, ai cortili dell’oratorio. Spazi e luoghi belli solo se non rimangono vuoti.
Alla fine del mio mandato – il “saluto” sarà domenica 19 settembre nella celebrazione delle ore 10.30 – qui a S. Leone posso dire di andarmene “contento” (non fraintendetemi); contento di questi anni che sono stati davvero belli, nei quali ho conosciuto tante belle persone che nella loro semplicità mi hanno sempre e da subito fatto sentire “a casa”. Contento per quello che è stato possibile fare e che ha dato senso al tempo trascorso insieme: non abbiamo perso tempo, aspettando solo il trascorrere dei giorni. Contento per quello che ho potuto fare mio e rendere parte della mia esperienza che porterò con me nella nuova parrocchia di Lurano.
Adesso si apre un nuovo capitolo per me e per voi. Per me a Lurano, in una parte di Bergamo che non conosco. Il mio “ingresso” ufficiale è fissato per la mattina di domenica 26 settembre. Sarà una piccola sfida che aspetto con curiosità e che cercherò di affrontare nel migliore dei modi. So che anche là, come in tutte le parrocchie del resto, ci saranno problemi e questioni da affrontare. Questo non mi spaventa, perché anche a Lurano sono sicuro di trovare persone disponibili, generose e collaborative come ho trovato qui; persone che hanno voglia più di guardare avanti che ricordare il passato. Sarà una parrocchia sicuramente diversa da questa che lascio, con i suoi pregi e i suoi difetti, che imparerò a conoscere e a fare miei, cercando di fare del mio meglio.
Da voi arriverà don Nunzio; l’ho incontrato in questi giorni, ho parlato un po’ di voi e della parrocchia con le sue frazioni. Gli ho detto che io mi sono trovato davvero bene e penso che non avrà problemi ad inserirsi nei ritmi e nelle nostre tradizioni. Con il tempo e il vostro appoggio porterà di sicuro qualche miglioramento: sappiamo che possiamo sempre fare meglio. Vi chiedo solo di accoglierlo e sostenerlo, soprattutto all’inizio della sua presenza in mezzo a voi, per farlo sentire subito a casa. Lasciategli il tempo di conoscervi e prendetevi il tempo per conoscerlo. Avrà idee, carattere ecc. diverso dal mio (ciascuno di noi è unico!): questo non vuol dire che sia meglio o peggio, ma solo che è diverso e la diversità è sempre ricchezza, non limite.
A don Nunzio auguro di trovarsi subito bene in mezzo a voi, di sentirsi a casa propria come mi sono sentito io. A voi auguro di trovare in lui una nuova guida, sicura e forte della sua esperienza. A me auguro di trovarmi bene nella mia nuova parrocchia: anche solo una parte di come mi sono trovato qui, vorrebbe dire trovarmi comunque benissimo.
Grazie a tutti e di tutto! Anche di quel gesto/regalo che avete voluto compiere (ma non dovevate…) nei miei confronti e che userò in base alle necessità che troverò nella mia nuova destinazione.
… in fondo Lurano non è poi così lontano e, magari, sui sentieri di Misma ci incontreremo ancora!
DON NUNZIO: IL VESCOVO MI MANDA DA VOI

Ben presto rimane orfano del papà Luigi. Manifesta l’intenzione di diventare sacerdote ma entra nel Seminario diocesano a Bergamo dopo le scuole dell’obbligo. Percorre tutto il corso di studi fino ad essere ordinato sacerdote il 19 giugno 1982.
La sua prima destinazione è stata Curnasco di Treviolo, dove dal 1982 al 1984 è stato Vicario parrocchiale e direttore dell’Oratorio. L’esperienza è stata quella di una parrocchia ancora ben radicata nella tradizione sebbene alle porte di Bergamo e quasi sua periferia.
Passa (con lo stesso incarico) a Urgnano, dove rimane sette anni. Grossa parrocchia della Bassa con un grande Oratorio collabora successivamente con due parroci.
Nel 1991 è stato promosso parroco di Laxolo di Brembilla, parrocchia montana in espansione (da 800 abitanti a 1100 in 20 anni) a cui dare identità e attività. Vent’anni di dedizione che si concludono con l’ampliamento dell’oratorio.
Dopo vent’anni si ricomincia diventando prevosto di Tavernola. Raddoppiano gli abitanti a fronte di panorami splendidi e impervi rive. Vista l’esperienza già fatta si ritrova il nuovo oratorio da finire e riavviare. Una parrocchia ben avviata da indirizzare verso la missionarietà.
Nuovo capitolo: Cenate San Leone. Tutto da scrivere.
PAPA FRANCESCO
“Far riemergere la messa domenicale dalla marginalità”
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO, A FIRMA DEL SEGRETARIO DI STATO, IN OCCASIONE DELLA 71.ma SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE
nella felice circostanza della 71a Settimana Liturgica Nazionale, che si svolgerà nella città di Cremona dal 23 al 26 agosto prossimi, il Santo Padre Francesco è lieto di inviare la Sua beneaugurante parola a Lei, ai collaboratori del CAL, alla Diocesi ospitante e al suo Pastore e a quanti prendono parte alle significative giornate di studio.
Il Sommo Pontefice si unisce al comune ringraziamento al Signore, poiché quest’anno è possibile realizzare l’evento, dopo il triste momento dello scorso anno, quando a seguito delle note condizioni del diffondersi della pandemia, se ne era dovuta rimandare la già programmata realizzazione. La sofferta decisione ha consentito, però, di confermare con una luce nuova il tema prescelto che intende approfondire aspetti e situazioni del celebrare, così messi a dura prova dal sopraggiungere della diffusione del Covid 19 e delle necessarie limitazioni per contenerla.
Il tema che tratterete, infatti, riguarda il convenire in unum dei discepoli del Signore per dare attuazione al suo comando “fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19c): «DOVE SONO DUE O TRE RIUNITI NEL MIO NOME …» (Mt 18, 20). Comunità, liturgie e territori. Il settimanale radunarsi nel «nome del Signore», che sin dalle origini è stato avvertito dai cristiani come una realtà irrinunciabile e indissolubilmente legata alla propria identità, è stato duramente intaccato durante la fase più acuta del propagarsi della pandemia. Ma l’amore per il Signore e la creatività pastorale hanno spinto pastori e fedeli laici a esperire altre vie per nutrire la comunione di fede e di amore con il Signore e con i fratelli, nell’attesa di poter ritornare alla pienezza della celebrazione eucaristica in tranquillità e sicurezza. È stata un’attesa dura e sofferta, illuminata dal mistero della Croce del Signore e feconda di tante opere di cura, di amore fraterno e di servizio alle persone che più hanno sofferto le conseguenze dell’emergenza sanitaria.
La liturgia “sospesa” durante il lungo periodo di confinamento, e le difficoltà della successiva ripresa, hanno confermato quanto già si riscontrava nelle assemblee domenicali della penisola italiana, allarmante indizio della fase avanzata del cambiamento d’epoca. Osserviamo come nella vita reale delle persone sia mutata la percezione stessa del tempo e, di conseguenza, della stessa domenica, dello spazio, con ricadute sul modo di essere e di sentirsi comunità, popolo, famiglia e del rapporto con un territorio. L’assemblea domenicale viene così a ritrovarsi sbilanciata sia per presenze generazionali, sia per disomogeneità culturali, sia per la fatica a trovare un’armonica integrazione nella vita parrocchiale, ad essere veramente culmine di ogni sua attività e fonte del dinamismo missionario per portare il Vangelo della misericordia nelle periferie geografiche ed esistenziali.
Il Santo Padre auspica che la Settimana Liturgica Nazionale, con le sue proposte di riflessione e i momenti di celebrazione, pur nella modalità integrata in presenza e per via telematica, possa individuare e suggerire alcune linee di pastorale liturgica da offrire alle parrocchie, perché la domenica, l’assemblea eucaristica, i ministeri, il rito emergano da quella marginalità verso la quale sembrano inesorabilmente precipitare e recuperino centralità nella fede e nella spiritualità dei credenti. Fa ben sperare in questa direzione la recente pubblicazione della terza edizione del Messale Romano e la volontà dei Vescovi italiani di accompagnarla con una robusta ripresa della formazione liturgica del popolo santo di Dio.
Sua Santità saluta con gioia la celebrazione della 71a Settimana Liturgica Nazionale, che si tiene in un territorio che ha molto sofferto a causa della pandemia e che ha visto fiorire tanto bene per lenire una così immane sofferenza. Egli assicura la sua preghiera e di cuore imparte la Benedizione Apostolica all’Eccellenza Vostra, al Vescovo della Diocesi ospitante, S. E. Mons. Antonio Napolioni, agli altri Presuli, ai sacerdoti, ai diaconi, alle persone consacrate, come pure ai relatori e ai partecipanti tutti.
Pietro Card. Parolin – Segretario di Stato
[Cremona, 23-26 agosto 2021]
SCUOLA INFANZIA…. ANZI POLO SCOLASTICO

Con il nuovo anno scolastico la nostra scuola dell’infanzia cresce e diventa polo scolastico. Come annunciato ormai da qualche tempo, la nostra scuola dell’infanzia diventa “grande”! Dopo anni di collaborazione con il nido “soffio di voce”, dal quale sono arrivate ala nostra scuola tante iscrizioni, abbiamo deciso di afre il grande passo: il nido diventa parte integrante dell’offerta formativa della nostra scuola che così cresce in polo scolastico 0-6 anni. Un passo impegnativo certo, ma un passo che porterà nuova vitalità alla nostra scuola.
Sappiamo che sono anni di “crisi di nascite”, che i numeri dei bambini delle varie classi sono sempre più bassi, ma con l’apertura del nido abbiamo visto una grossa possibilità di mantenere e alzare la qualità dell’offerta della nostra scuola.
Così dopo due anni che ne parliamo, dopo aver valutato diverse possibilità, abbiamo deciso di compiere il grande passo. Arrivare a questa decisione non è stato facile. Incontri con la responsabile del nido, incontri con gli organismi della diocesi che seguono le scuole dell’infanzia, valutare le varie possibilità che si presentavano, considerare quale fosse la miglior cosa da fare… il tutto dentro il contesto di una pandemia che rallentava e rendeva tutto ancora più complicato.
Alla fine di questo lungo cammino abbiamo preso la decisione di inglobare il nido dentro la nostra scuola che ora prende il nome di “polo scolastico S. Leone papa”, mentre la sezione del nido manterrà il nome di “soffio di voce” e la sezione infanzia quello di “Benedetto XV”. In questi giorni stiamo organizzando il nuovo anno scolastico con il ripensare i vari spazi, seguendo sempre le normative in vigore, per poter partire con il piede giusto sin dall’inizio. Sicuramente in questo primo anno emergeranno difficoltà e problemi da risolvere, ma ci sentiamo pronti per farlo. Il personale della nostra scuola è ben preparato e disponibile a rimettersi in gioco in una nuova avventura. Se all’inizio questo ampliamento dell’offerta avrà qualche costo, sappiamo però che è un investimento che gioverà a tutta la scuola.
Da quando è stato dato l’annuncio dell’apertura del nido abbiamo avuto più richieste di iscrizioni dei posti disponibili che abbiamo. Questo ci fa pensare di aver fatto la scelta giusta, Certo ci vorrà qualche tempo per andare a regime, ma siamo convinti che il passaggio da scuola dell’infanzia, bella, funzionale e attiva, a polo scolastico renderà l’insieme ancora più bello, funzionale e attivo.
Se volete è una piccola sfida o una piccola scommessa che siamo sicuri di vincere, perché quando si mette il cuore, la passione, la buona volontà tutto diventa possibile. E cuore, passione e buona volontà non manca a nessuno del nostro “personale scolastico” che rimane il punto fermo e forte del nostro POLO SCOLASTICO S. LEONE PAPA!
LA NOSTRA CAMPANA PER CUBA


don Efrem
ATTIVITÀ

Come ci siamo detti tante volte in questo ultimo particolare periodo, abbiamo bisogno di ripartire con i “vecchi” e con forze nuove e giovani in tutti i settori.
La catechesi manca sempre di persone disponibili per trasmettere a bambini e ragazzi l’esperienza e la bellezza della fede cristiana, che non è una norma da imparare, ma un incontro da fare con il Signore. Non è questione di essere bravi, preparati, capaci… è questione di essere sinceri nel vivere, annunciare, testimoniare la propria fede con semplicità. L’essere parte di un gruppo aiuta e sostiene nello svolgere un compito senza dubbio impegnativo e importante, ma anche capace di dare soddisfazioni e occasioni di crescita personale. Quelli che volessero anche solo affacciarsi e curiosare un po’ nel mondo della catechesi, possono rivolgersi a un catechista, oppure per ora ancora a don Mauro.
Fare il barista dell’oratorio non è solo questione di distribuire caramelle o bevande. Vuol dire essere presenza e testimonianza di un servizio di attenzione al prossimo che non è solo un cliente da servire. E’ un modo di impegnare un po’ del proprio tempo nella disponibilità di un servizio che sottolinea l’importanza di quello che chiamiamo “tempo libero”, ma che è tempo di relazione, di gioco, di educazione al rispetto di cose e persone, in un contesto informale ma vero. È una possibilità di scambiare due parole, di dare un suggerimento, di sottolineare un’attenzione che a volte diventa ancora più significativa di quanto non lo siano i momenti pensati per questo. Fare il barista dell’oratorio non è un ripiego, ma può diventare una grande impegno e servizio per il bene di tutti.
A tutti piace trovare puliti e in ordine i luoghi che frequentiamo. Perché sia così è necessario che qualcuno si renda disponibile a questo “invisibile” servizio. Invisibile perché quando questi volontari operano non hanno gli spettatori a sostenerli e incitarli, ma tutti vediamo il risultato della loro opera. Abbiamo bisogno di nuove forze: i nostri spazi (chiesa e oratorio) sono grandi e sono tanti. Da chi svuota i cestini, differenziando i rifiuti e pulisce gli spazi esterni, a chi pulisce il bar e le aule per arrivare a chi tiene in ordine la chiesa… sono tanti i volontari ma il loro numero si sta riducendo sempre di più per diversi motivi. Quello della pulizia, dell’ordine non è solo questione di immagine. Dice un’attenzione, un’accoglienza, un’importanza riconosciuta al luogo e alle persone che lo frequentano. Entrare in un luogo pulito e ordinato è diverso che entrare in un ambiente sporco e disordinato. Ti senti pensato, atteso, accolto, non uno di troppo che viene a disturbare la nostra tranquillità… Quello della pulizia è un altro aspetto da rivalutare, un servizio non secondario ma, al contrario, il punto di partenza che rende possibile poi tutto il resto. In un ambiente pulito si sta volentieri; nello stare nascono occasioni di incontro e di relazione; dall’incontro nascono idee e possibilità; dalle idee nascono le azioni; dalle azioni la festa… e tutto se si trova un ambiente accogliente.
Per tutto questo vi invito a pensarci, a vedere la vostra disponibilità, al vostro modo di accogliere il nuovo parroco lasciandogli il tempo necessario per conoscere e scoprire la sua nuova realtà parrocchiale. Potete sempre contattare un volontario dei vari gruppi oppure don Mauro.
FESTA DI VALPREDINA

SITO PARROCCHIALE
Vi invito a memorizzare il sito della nostra parrocchia perché tante informazioni, aggiornamenti, proposte… passeranno attraverso questo canale: www.parrocchiacenatesopra.it